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Corso di Storia del Design
Sei lezioni per esplorare la storia del design in sintesi, dalla primo design industriale fino al ruolo del progetto nella contemporaneità, per comprendere l’evoluzione di oggetti, movimenti e idee.
Grazie a una piattaforma innovativa, i partecipanti avranno accesso a contenuti esclusivi, lezioni in live streaming e una comunità attiva.
La Rivoluzione Industriale segna un punto di svolta per la produzione, introducendo le macchine e la produzione di massa. Questo periodo vede il contrasto tra artigianato e industria, con movimenti come l’Arts & Crafts di William Morris che reagiscono alla standardizzazione industriale. Figure chiave come Josiah Wedgwood sperimentano nuove tecniche di produzione, influenzando il futuro del design.
Con l’avvento del Modernismo e della rapida urbanizzazione, il design si trasforma attraverso il principio di funzionalità e l’estetica industriale. Il movimento del Bauhaus ben esemplifica la rivoluzione del pensiero progettuale del periodo, che promuove l’integrazione tra arte, artigianato e industria, con figure come Walter Gropius e Gerrit Rietveld che ne definiscono i principi. Contestuali sono altri movimenti avanguardistici come De Stijl, e il Costruttivismo, che apportano riflessioni sulla geometria e la forma del nuovo mondo.
Il design si adatta alle esigenze della società post-bellica, promuovendo la produzione in serie e la creazione di oggetti accessibili e funzionali. Molti designers mettono al centro la sperimentazione dei nuovi materiali, come compensato, plastica e metallo. Il movimento International Style e il design organico caratterizzano questa fase, con protagonisti come Charles & Ray Eames e Alvar Aalto. Tra i progettisti più significativi in Italia troviamo Gio Ponti, Enzo Mari, i fratelli Castiglioni, Vico Magistretti, Marco Zanuso.
In risposta al rigore del funzionalismo moderno, il design postmoderno introduce espressione personale e ironia, dando al progetto un significato sociale che va oltre alla funzionalità del prodotto. La mostra ltaly: The New Domestic Landscape, inaugurata al MoMA di New York nel 1972 segna questa svolta, concretizzando un cambiamento di significato del design. Esempi emblematici italiani sono il gruppo Memphis e Alchimia, che mettono in discussione le convenzioni estetiche e sociali, ridefinendo il ruolo del design come espressione di una nuova libertà.
L’era della globalizzazione e dell’innovazione digitale porta il design a confrontarsi con nuove tecnologie e culture ibride. Questa rappresenta la terza fase della rivoluzione industriale, contraddistinta dalla competizione senza restrizioni, in cui i flussi globali di merci mettono in evidenza tanto i punti di forza quanto le criticità del sistema capitalistico. Si diffondono il minimalismo e il design high-tech, con figure come Philippe Starck e Jonathan Ive che influenzano il panorama contemporaneo.
Il design contemporaneo si confronta con una condizione di crisi permanente: politica, economica, sociale. Questo contesto storico caratterizzato dalla veloce evoluzione tecnologica e dalla fragilità dei sistemi valutativi e critici, obbliga il design a reinventarsi. Accanto alla questione della sostenibilità, che viene esplorata principalmente dalla ricerca e meno dalle aziende, il design si ritrova a non essere pienamente supportato da un sistema produttivo e culturale adeguato per supportarne la crescita nella direzione dell’innovazione. Oggi, quindi, la sfida per i designer non riguarda solo gli aspetti pratici, ma anche una trasformazione profonda dei valori e degli obiettivi del design stesso.
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Dario Scodeller è professore associato e coordinatore del Corso di laurea in design presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara. Ha scritto monografie e saggi e curato numeri di riviste e convegni dedicati alla storia, alla critica e alla teoria del design. È membro dell’Associazione italiana degli storici del design di cui è stato membro del comitato direttivo. È membro della SID (Società Italiana di Design) ed è vicedirettore della rivista scientifica MD Journal edita dal Lab MD UniFe.
Aldo Colonetti è stato Direttore Scientifico dello IED (Istituto Europeo Design), direttore della rivista “Ottagono” e membro del Comitato Scientifico della Triennale di Milano, del Comitato Presidenza ADI, del Consiglio Nazionale del Design. Ha insegnato al Politecnico di Milano presso la Scuola del Design. Autore affermato, è stato anche curatore di mostre in Italia e all’estero, tra cui “Bauhaus 100: imparare, fare, pensare” nel 2019.
Architetto e PhD, è professoressa ordinaria di Storia dell’architettura e del design al Politecnico di Torino. Studiosa dell’architettura, della città e del design tra XIX e XX secolo, ha pubblicato numerosi saggi e volumi sul tema, tra cui “Il design degli architetti italiani 1920-2000”, con F. Bulegato (Electa, 2014), e Il Design e l’invenzione del Made in Italy (Einaudi, 2022). Dirige il Centro Studi sulla Storia del Design in Piemonte e, con Giampiero Bosoni e Jeffrey Schnapp, la rivista AIS/Design Journal (Associazione italiana storici del design).
Luca Guerrini è Professore Associato presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano dal 1993. Architetto, si occupa di ricerca applicata e progetti in design dei trasporti, ambientale, degli interni e del patrimonio culturale. Studia la percezione dello spazio nel rapporto tra design e arti. Insegna Interior Design e Arti e Linguaggi del Presente. È stato direttore del Ph.D. in Design e coordina il programma congiunto con la Tsinghua University di Pechino. Curatore di mostre di design e architettura, è stato consulente del Museo Nazionale di Architettura di Ferrara, e ha preso parte a concorsi di architettura nazionali e internazionali.
Ali Filippini è ricercatore presso il Politecnico di Torino dove insegna Storia del design e della comunicazione visiva dopo aver tenuto corsi come professore a contratto presso l’Università di San Marino, l’Università Iulm e la Scuola Politecnica di Design di Milano. È vicepresidente di AIS/Design (Associazione italiana storici del design) e membro del Centro Studi sulla Storia del design in Piemonte. Giornalista pubblicista dal 2009, collabora con riviste di settore e a progetti editoriali dedicati alla storia e alla critica del design. Tra le sue pubblicazioni: Il negozio conteso (FrancoAngeli, 2021) e Per qualcuno può essere semplicemente fare luce – Foscarini 1983/2023 (Corraini, 2024).
Alberto Bassi è professore ordinario presso l’Università IUAV di Venezia, dove insegna Storia e Critica del Design, è coordinatore del corso di laurea in Design del prodotto, della comunicazione e degli interni presso lo stesso ateneo. Oltre a collaborare con riviste di settore – come Casabella, Auto & Design, l’inserto domenicale de Il Sole 24 Ore e Il Fatto Quotidiano -, ha pubblicato numerosi saggi e volumi, fra i quali Food Design (Electa, 2015), con il quale ha vinto il Premio Compasso d’Oro ADI nel 2018.